DIDIMO IL CIECO

Didimo il Cieco, fu venerato come il più eminente studioso cristiano del IV secolo e come influente leader spirituale. Divenne completamente cieco all’età di quattro anni, eppure grande fu sempre il suo desiderio di apprendere. Da giovane, pregava intensamente non per la sua vista, ma per l’illuminazione del cuore. In breve tempo divenne uno degli uomini più colti del suo tempo, con una grande conoscenza della grammatica, retorica, logica, musica, aritmetica e geometria, e dotato di una perfetta familiarità con la Sacra Scrittura, sapendola in gran parte a memoria. Fu posto a capo della famosa scuola catechetica di Alessandria, da lui presieduta per circa mezzo secolo. Sotto la sua guida, la scuola venne aperta agli studenti non vedenti, che potevano studiare attraverso un sistema di incisione delle lettere nella superficie del legno. In merito a questo processo di apprendimento, si può dire che Didimo fu il precursore di Louis Braille, inventore del sistema di istruzione di lettura a puntini in rilievo al tatto. Didimo era celebre per la sua gentilezza e bontà. La sua fama si diffuse in lungo e in largo. In qualità di capo della scuola catechetica, Didimo ebbe tra i suoi allievi più famosi S. Antonio del deserto, Palladio, Evagrio Pontico, San Girolamo e Rufino di Aquileia, che studiò con lui per sei anni. Conosciuto anche come “veggente”, Didimo aveva un dono profetico. Palladio racconta una storia raccontatagli da Didimo: un giorno, durante un periodo di digiuno e preghiera per la persecuzione della Chiesa da parte di Giuliano, Didimo si addormentò sulla sedia ed ebbe una visione di cavalli bianchi che marciavano in diverse direzioni, mentre i cavalieri gridavano: “Didimo, oggi, all’ora settima, Giuliano morirà. Alzati e mangia, e informa il vescovo Atanasio”. Didimo annotò l’ora e la data della visione, e scoprì più tardi che Giuliano morì proprio nel momento in cui lui ebbe la sua visione. Didimo è stata fortemente influenzato da Origene, e ha fatto proprie molte delle sue idee, tra cui la pre-esistenza delle anime, la trasmigrazione delle anime e la riconciliazione di tutte le cose. Per questo, dopo la morte di Didimo, le sue opere – ma non la sua persona – vennero condannate nel secondo Consiglio di Costantinopoli (553). Nel III Concilio di Costantinopoli nel 680, Didimo è stato nuovamente collegato e condannato con Origene. Fino alla sua “condanna ufficiale” al Concilio di Costantinopoli, tuttavia, Didimo si era dimostrato un insegnante cristiano ortodosso, molto rispettato e ammirato. Didimo è stato uno scrittore prolifico. Il tono dei suoi scritti è sempre ben equilibrato e teso a conquistare il suo avversario, piuttosto che a sconfiggerlo. Ha inveito contro l’eresia, ma mai contro gli eretici: per questo, aveva amici tra i cristiani di tutte le convinzioni.


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