San Gregorio Nazianzeno, soprannominato il Teologo, fu uno dei quattro grandi Padri della Chiesa d’Oriente. Nacque intorno all’anno 329 d.C. presso Nazianzo, in Cappadocia. Suo padre, anch’egli di nome Gregorio, era recentemente diventato vescovo della diocesi.
Gregorio studiò grammatica, matematica, retorica e filosofia. Ad Atene aveva per compagni Basilio, che poi divenne vescovo di Cesarea, e Giuliano, poi imperatore. Poco dopo il ritorno a casa di suo padre a Nazianzo (circa nel 360), Gregorio ricevette il battesimo. Decise di mettersi al servizio della religione, ma per qualche tempo, e in effetti più o meno tutta la sua vita, fu incerto su come effettuare questo servizio. Per natura e per educazione incline ad una vita contemplativa, trascorsa tra i libri e con gli amici più fidati, svolse comunque una assidua attività pastorale. Lo spirito del raffinato monachesimo intellettuale fu in questo periodo fortemente incoraggiato dal suo rapporto con Basilio, che raggiunse nel monastero di Annisoi, nel Ponto.
Il vescovo di Nazianzo ordinò sacerdote il giovane Gregorio, suo malgrado, nel 361 circa. Dopo un vano tentativo di eludere i suoi nuovi compiti e responsabilità con la fuga, egli esercitò il ministero presbiteriale nella diocesi di suo padre senza interruzione per un certo tempo.
Successivamente (circa 372), si lascia designare dall’amico Basilio vescovo di Sasima, un piccolo villaggio distante circa 32 km da Tiana. Pochissimo tempo dopo, tuttavia, lo troviamo di nuovo a Nazianzo, che assiste il suo vecchio padre, e alla morte di questi (374) Gregorio si ritira a Seleucia in Isauria per diversi anni.
Verso il 378-379 ricevette la richiesta di aiuto della fazione ortodossa di Costantinopoli, che lo scelse come proprio difensore per la sua fama di dotto ed eloquente discepolo di Origene, e più ancora di Atanasio. Sebbene inizialmente riluttante, una volta arrivati a Costantinopoli, lavorò con tanto zelo che il partito ortodosso rapidamente raccolse nuove forze, e il piccolo appartamento in cui erano soliti incontrarsi si tramutò ben presto in una grande chiesa che ricevette il significativo nome di Anastasia, la “Chiesa della Risurrezione”. Tra gli ascoltatori di Gregorio si trovavano non solo uomini di chiesa come Girolamo ed Evagrio, ma anche pagani.
Con l’arrivo di Teodosio nel 380 si ebbe il definitivo trionfo della causa ortodossa: in seguito all’organizzazione del secondo concilio ecumenico del 381 Gregorio ricevette la consacrazione da Melezio. Purtroppo, molta invidia si era manifestata in relazione a questa promozione, tanto che Gregorio rassegnò le sue dimissioni e si ritirò in pensione. Il resto dei suoi giorni sono stati spesi in parte a Nazianzo, in affari ecclesiastici, e in parte nella sua tenuta vicino a Arianzo, dove si dedicava ai suoi passatempi preferiti, la letteratura e la composizione poetica in particolare, fino alla sua morte, avvenuta nel 389 o 390.


L’epistolario di Gregorio Nazianzeno dal presbiterato alla consacrazione episcopale,
di Nicola Russo