SAN CIPRIANO DI CARTAGINE

San Cipriano da Cartagine

San Cipriano da Cartagine

Cipriano di Cartagine, il vescovo spesso chiamato il “Papa africano”, è stato uno scrittore importante tra i Padri della Chiesa antica.
Nato da genitori pagani ricchi, insegnò retorica e letteratura. Si convertì in età adulta nel 246, sotto la guida e gli insegnamenti di San Cecilio di Cartagine. Venne ordinato sacerdote nel 247 e successivamente vescovo di Cartagine nel 249. Durante la persecuzione di Decio, a partire dal 250, Cipriano visse in clandestinità, e per questo i suoi nemici lo accusarono di vigliaccheria.
Come scrittore è secondo per importanza solo a Tertulliano. Fu amico di San Ponzio. Sulla famosa questione della riammissione degli apostati nella Chiesa, Cipriano si pose su posizioni aperte, ma a condizioni severe. Supportò Papa san Cornelio contro l’anti-papa Novaziano. Durante le persecuzioni di Valeriano fu esiliato a Curubis (257); venne poi riportato a Cartagine e martirizzato nel 258.
Molti dei suoi scritti sono stati conservati. Il suo saggio sull’unità della Chiesa cattolica sottolinea l’importanza della concreta unità fra i cristiani, e il ruolo dei vescovi nel garantire tale unità. Il saggio ha fortemente influenzato il pensiero cristiano, così come i saggi e le lettere sul Battesimo e sulla Cena del Signore.



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