Sant’Atanasio nacque ad Alessandria d’Egitto verso la fine del III secolo, e sin dalla giovinezza fu profondamente pio, dotto e studioso delle sacre scritture.
Ancora diacono, fu scelto da Alessandro, il suo vescovo, per accompagnarlo al Concilio di Nicea, nel 325 d.C.
Cinque mesi più tardi, San Alessandro stava per morire e designò Atanasio suo successore come patriarca di Alessandria. Atanasio ricoprì la carica per quarantasei anni.
Durante il patriarcato di Sant’Atanasio si avvicendarono quattro imperatori romani: egli dovette subire ben cinque esili a causa della sua strenua lotta contro l’arianesimo. Viveva in costante pericolo di morte. Anche se forte nella difesa della fede, era una persona mite e umile, amata dal suo popolo, instancabile nelle fatiche e nella preghiera. Dal suo luogo di esilio scrisse mirabili opere per l’istruzione e il rafforzamento dei suoi fedeli: per questo egli è celebrato come uno dei più grandi dei Dottori della Chiesa.
Negli anni dell’esilio, Atanasio si ritirò nel deserto presso gli anacoreti, e scrisse la vita di uno dei più famosi di loro, sant’Antonio Abate. Atanasio poté rientrare dall’esilio solo in seguito all’editto di tolleranza nei confronti di tutte le fedi e confessioni religiose (del 361) dell’imperatore Flavio Claudio Giuliano, detto l'”Apostata”.
Prima di morire, riuscì a convocare nel 362 nella sua Alessandria un concilio d’oriente che pose fine a tutte le dispute dogmatiche, rifacendosi interamente ai decreti del concilio di Nicea. Atanasio moriva nel suo letto il 2 maggio del 373.