SANT’EUSEBIO DI CESAREA

Sant'Eusebio di Cesarea

Sant'Eusebio di Cesarea

Sant’Eusebio fu uno strenue difensore dell’ortodossia e vescovo di Samosata. Fu attivo nel sinodo di Antiochia nel 361 contribuendo all’elezione del vescovo Melezio di Antochia. La maggior parte dei votanti erano ariani e da Melezio si aspettavano un favoritismo per l’arianesimo. Quando divenne ovvio, invece, che Melezio era ortodosso, l’imperatore Costanzo, un ariano, chiese ad Eusebio di consegnargli gli atti del sinodo che erano in sua custodia. Quando Eusebio rifiutò, l’Imperatore lo minacciò di tagliargli la mano destra. Quando Eusebio rifiutò nuovamente, Costanzo, impressionato dal suo coraggio, lo liberò.
Eusebio trascorse i due anni successivi nello sforzo di conciliare i cattolici ortodossi e gli ariani, ma senza successo. Contribuì ad eleggere San Basilio come vescovo di Cesarea di Cappadocia nel 372. I due diventano grandi amici. Eusebio viaggiava attraverso la Siria e la Palestina, incoraggiando i cattolici a resistere a Valente e alla sua persecuzione, e per questo, nel 374, fu esiliato in Tracia dallo stesso Valente. Eusebio tornò a Samosata quando Valente morì nel 378. L’anno seguente, Eusebio, in viaggio per Dolikha per la designazione di un vescovo cattolico, venne ucciso da una tegola lanciatagli sulla testa da una donna di fede ariana.


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